Lavori o sogni di lavorare nel terzo settore? Il 4 e 5 marzo si terrà a Torino e online il Non Profit Women Camp. L’unico evento in Italia dedicato alle donne che lavorano nel e con il Terzo Settore. Le iscrizioni si chiudono nella mattinata del 2 marzo, quindi affrettatevi!
Parliamo di questo spazio di discussione con Federica Maltese, sua co-creatrice e organizzatrice, nonché Segretario Generale e fundraiser di Mus-e Italia Onlus.
Cos’è il Non Profit Women Camp?
Il Non Profit Women Camp è uno spazio che abbiamo ideato per dare la possibilità di fare networking, di discutere delle questioni che, come donne e come professioniste che lavorano nel terzo settore, ci siamo trovate ad affrontare e pensare alle possibili soluzioni.
Riguarda tematiche legate alla carriera, di cosa succede in generale nel Terzo Settore, dalla filantropia al managment, i valori che ci accomunano. Tutto ciò che si relaziona con il nostro essere professioniste e donne, all’interno del settore in cui lavoriamo.
Mancava, infatti, secondo noi un evento del genere nel terzo settore. Non Profit Women Camp è nato per questo. Per ‘fare sistema’ e cercare di capire se ci sono delle domande e degli spunti che ci accomunano, rispetto ai quali vogliamo trovare risposte o immaginare dei percorsi.
Pensiamo sia importante come punto di partenza per fare una riflessione collettiva dare certe informazioni. Anche semplicemente dire (e far riflettere) sul fatto che in Italia solo una donna su tre ha ruoli di management negli enti non profit. O che, anche nel no profit, a parità di mansioni, le donne guadagnano meno di un collega maschio.
Pensando a riflessioni collettive, ovviamente, ci siamo sforzate dall’inizio di ribadire che l’evento, che è femminista, non femminile, è aperto anche a colleghi uomini. Noi donne del settore vogliamo porci degli interrogativi, sulla base delle nostre esperienze, ma non in un cerchio ristretto di donne, ma insieme ai nostri colleghi.
E questo è vero per tutte le problematiche che affrontiamo. L’esempio più semplice è il congedo di maternità. Non bisogna perdere di vista che quello che sarebbe probabilmente meglio chiamare “congedo genitoriale”, perchè riguarda anche i padri, non è una battaglia esclusiva delle donne, ma interessa tutti.
Finora sembra che l’invito ai colleghi uomini sia stato accolto: se l’anno scorso costituivano circa il 10% dei partecipanti all’evento, che era esclusivamente online, i numeri si confermano gli stessi, guardando alle iscrizioni di quest’anno.
Raccontaci dei primi passi del Non Profit Women Camp
Il Non Profit Women Camp è nato due anni fa da un’esigenza che ho subito condiviso con tre colleghe: insieme abbiamo cercato di dare forma e rendere possibile l’idea iniziale.
Già muovendo i primi passi nell’organizzazione, prima ancora di avere un programma definito, abbiamo ricevuto un grande entusiasmo e sostegno da diverse persone.
Il primo Non Profit Women Camp si doveva realizzare il 4 marzo 2020, ma il Covid ci ha messo in stop. L’epidemia ci ha costretto a posticipare l’evento all’anno seguente e a trasformarlo in un evento esclusivamente online.
Abbiamo quindi pensato di “traghettare l’evento” fino alla prima edizione online del marzo dell’anno scorso, intervistando ogni mese una delle nostre speaker, con le interviste de “Il balconcino”.
Cosa puoi dirci di questa edizione?
Quest’anno siamo sia in presenza a Torino, (dove siamo sold out) il 4 al Café Muller e il giorno seguente all’Oasi di Cavoretto, sia online. I biglietti per partecipare online sono acquistabili fino al mercoledì 2 marzo.
Gli speakers sono stati scelti un pò in base alla sensibilità di noi organizzatrici (siamo tutte volontarie). Persone che avevamo conosciuto, autrici che avevamo letto o incontrato nel nostro percorso. Inoltre l’anno scorso a fine evento avevamo chiesto ai partecipanti: “Chi vorresti invitare al Camp l’anno prossimo?”. Quindi è da lì che abbiamo cominciato ad invitare gli speaker.
Così come abbiamo colto tanti consigli di lettura da parte dei partecipanti, e abbiamo creato quest’anno un corner di libri acquistabili sul momento.
Ovviamente il programma si è andato formando in relazione al tema centrale, focus trainante di questa edizione: la leadership.
Mentre l’anno scorso ci siamo interrogati su una serie di tematiche generiche che riguardavano un po tutti gli aspetti del nostro lavoro, quest’anno il filo conduttore dell’evento è la domanda: “È possibile in quanto terzo settore e in quanto professioniste donne che ci lavorano, creare modelli alternativi?”. Oppure siamo in qualche modo destinati a riproporre quello che si è affermato nel mondo profit e/o maschile?
L’idea del tema è venuta un pò perchè veniamo da un anno di sfide generali dovute ad un nuovo contesto, che però ha aperto anche tante nuove possibilità. Ma anche perchè come terzo settore noi tutti rappresentiamo qualcosa di distinto dal profit, quindi è naturale chiedersi se finiamo per esserne una replica in certe dinamiche o se siamo in grado di far valere un modello alternativo.
O meglio, abbiamo dei modelli alternativi a quelli del profit da proporre? Su quali temi e situazioni dobbiamo riflettere per poterlo fare? Ad esempio: si può oggi in Italia parlare di carriera nel terzo settore? O nella pratica non si fa perchè ci si nasconde dietro le motivazioni personali che spingono una persona a lavorare nel non profit?
Un momento chiave del programma, che secondo me darà uno spaccato molto interessante di quello che ci aspetta o del futuro che vorremmo come terzo settore è lo speech di Daniela Fatarella e Alessandra Prampolini, alle 14:30 del 4 marzo.
Fatarella e Prampolini sono le direttrici generali di Save the Children e WWF Italia ed hanno entrambe una carriera, un background ed un modo di interpretare la leadership molto profondo, riflettuto e meditato e sicuramente offriranno a tutti spunti molto interessanti ed utili.
Nel ruolo di osservatore e spazio di condivisione di esperienze che cosa può dirci il Non Profit Women Camp?
L’anno scorso abbiamo iniziato con una mini survey. Emergono alcuni dati interessanti come il fatto che nel terzo settore, i ruoli manageriali e i consigli direttivi delle organizzazioni, sono ancora prevalentemente maschili.
Si continuano poi a registrare difficoltà rispetto alla conciliazione del lavoro con la maternità e nella gestione stessa di una carriera, anche se per fortuna le cose stanno cambiando. Sappiamo poi che le donne hanno più difficoltà a chiedere aumenti di stipendio o permessi di lavoro. Insomma nel mondo non profit le donne vivono esattamente le stesse difficoltà del mondo profit.
Il Non Profit Women Camp ha fatto un pò da osservatorio, dall’anno scorso ha cercato di accendere una luce su queste problematiche. Ce n’era e ce n’è bisogno, perché spesso si immagina che nel profit certe cose non accadano.
Anche quando guardiamo all’impatto del Covid sul lavoro, non si percepiscono grosse differenze tra profit e non profit.
Il Covid ci ha obbligato allo smart working. Purtroppo però in realtà spesso non ha nulla di smart e nella maggior parte dei casi si traduce solo in lavoro da casa o home working. Con tutte le difficoltà che ne derivano nella conciliazione-vita lavoro. E con la consapevolezza che oggi in Italia se in una famiglia qualcuno deve restare a casa, sarà quasi sempre la donna a farlo. Nel profit come nel non profit.
A chi consiglieresti di partecipare?
Chiunque lavori o abbia interesse per il terzo settore. Per come la vedo io, dalla stagista alla manager, tutti hanno qualcosa da cui trarre spunto ed ispirazione.
Chi studia o è agli inizi potrebbe trovare occasioni di mentorship, chiedendo a delle professioniste come hanno costruito il loro percorso, ed ascoltare la loro storia. E d’altra parte chi ha già una carriera solida può imparare tanto, ascoltando e capendo cosa pensano e cosa vogliono le nuove generazioni.
Per me è un evento veramente trasversale. Infatti nella nostra community ci sono persone di vent’anni, ma anche di sessanta.
Inoltre il formato ibrido in presenza e online permette di avere una buona distribuzione geografica di partecipanti. Se ovviamente i partecipanti in presenza vengono perlopiù dal Nord Italia, considerando chi ha comprato il biglietto per partecipare online c’è una grande varietà nella provenienza.
Infine, se quest’anno per un radicamento territoriale a Torino di noi organizzatrici abbiamo organizzato l’evento in Piemonte, nell’idea originaria del Camp, c’è l’opportunità di un evento itinerante per il futuro… chissà!
Due anni fa, quando abbiamo ideato il Non Profit Women Camp, non avevamo idea di che che risposta avremmo avuto. Abbiamo avuto un’ottima partecipazione e speriamo di poter far crescere e far evolvere l’evento nel tempo, attorno alla questione di come le donne vivono la loro professionalità nel terzo settore. Interrogandoci come professionista sul nostro ruolo nella società, attraverso il modello lavorativo che viviamo e vogliamo definire.